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domenica 29 novembre 2015

Il negozio di animali




Andai in quel negozio perché sapevo che avevano esemplari di qualità.

Non vi avevo mai effettuato alcun acquisto, ma ne avevo sempre sentito parlare bene. Perché non provare, allora?

Giunsi qualche minuto dopo la chiusura. Il proprietario, gentile, m’invitò ad entrare lo stesso. Lo ringraziai e gli spiegai che desideravo fare un regalo ad una persona speciale. Lui annuì e mi condusse nel retrobottega.

“Questi esemplari sono appena arrivati. Sono magnifici. Lei è il primo cliente al quale li mostro. Non voglio vantarmi perché non è mai una cosa elegante, ma di esemplari così non ne trova da nessuna parte”.

“Sono piccoli”, notai. “Credevo fossero più grandi. Crescono ancora?”

“No, questi sono esemplari adulti. Possono variare come dimensioni, ma non più di tanto. Il maschio è generalmente più grande della femmina. Lei era interessato ad acquistare un esemplare singolo o una coppia?”

“Mah, forse una coppia”.

“Eccellente. È la scelta migliore, mi creda”.

“Una coppia non è… impegnativa?”

“Assolutamente no. Non creda a quello che sente dire in giro. Questi piccolini danno il meglio di sé quando sono in coppia o in gruppo. Sono esserini molto socievoli e se lasciati da soli la maggior parte di loro va incontro a solitudine e depressione”.

“Ma si accoppiano spesso? Non è che ci ritroviamo la casa invasa?”

“Deciderà lei quando farli riprodurre. Se educati a dovere – non è difficile, basta un po’ di pazienza – sanno essere obbedienti. Le assicuro che quando avranno i primi cuccioli, se ne innamorerà anche lei. Questi piccolini sono molto affettuosi e amorevoli nei confronti della propria prole. Guardi, io personalmente ho assistito molte volte a questo rituale ed è sempre una gioia unica”.

“Mmm. Vanno tenuti in gabbia?”

“Sarebbe meglio. Sono intelligenti e curiosi, e tendono a cacciarsi nei guai. Tuttavia, se vuole che si esprimano al massimo delle loro potenzialità, le consiglio di acquistare il kit completo”.

“Cioè?”

“Un ecosistema. Si tratta di un habitat abbastanza grande per farli vivere in totale comfort. Non occupa molto spazio e naturalmente è chiuso così non possono scappare. È la soluzione migliore. Vivono benissimo anche in gabbia, intendiamoci, ma fornendo loro un ecosistema c’è la possibilità di vederli sviluppare quella che in gergo tecnico si chiama civiltà. Non v’è alcuna certezza che la costruiscano, glielo dico per onestà. Ma a tanti clienti è capitato e sono rimasti tutti molto soddisfatti”.

“D’accordo. Sa una cosa? Mi ha convinto. Me ne dia una coppia. E prendo anche un ecosistema”.

“Quali esemplari preferisce?”

“Mah, non saprei. A me sembrano tutti uguali. Li scelga lei. Basta che siano sani”.

“Gentile signore, in questo negozio trattiamo esclusivamente esemplari sani”.

“Mi scusi, non intendevo offenderla. Volevo solo dire che l’esperto è lei e che di sicuro saprà scegliere meglio di me”.

“E l’ecosistema? Quale desidera? O scelgo io?”

“Faccia lei, la prego”.

“Bene. Ecco qua. Il pacchetto completo. E non manchi di farmi sapere se rimarrete soddisfatti”.

Più tardi, dopo la torta, presentammo il regalo alla piccola. Gli occhi le brillavano. Aveva già capito di cosa si trattava. Per forza: la scatola aveva i buchi e scuotendola si udivano i buffi versi prodotti dagli esserini che avevo acquistato al negozio degli animali (mia moglie li aveva visti in anteprima e li aveva trovati deliziosi).

“Dai, apri il regalo”, dissi. Ero impaziente come la piccola.

“Aspetta. Come si dice prima?”, disse la mamma.

“Grazie papà, grazie mamma”.

“Bene. Ora puoi scartare il regalo”.

La felicità fatta persona! Cos’altro potrei dire? Ero felicissimo anch’io!

Riferii alla piccola le raccomandazioni che mi aveva fatto il negoziante. Lei non badò ad una sola parola di ciò che le dissi. Aveva occhi solo per le creaturine appena arrivate. Volle subito tirarle fuori dalla gabbia. Se le pose in grembo e non smise un istante di coccolarle. Si formò immediatamente un legame speciale. Loro la guardavano adoranti e lei già li amava follemente.

“Hai deciso come chiamarli?”, chiese mia moglie.

La piccola sollevò lo sguardo colmo di gioia.

“Sì mamma. Lui si chiama Adamo e lei si chiama Eva”.